domenica, aprile 13, 2008

Estinzione

Genere: Horror

Se preferite potete scaricare il testo in versione pdf

Nel menù a destra trovate i link agli altri racconti presenti nel sito.


Con il racconto che segue ho partecipato al concorso "300 parole per un incubo".
Ero molto indeciso riguardo la pubblicazione di questo racconto brevissimo (di appunto 300 parole) in quanto il voler condensare una trama non troppo originale in così poco spazio non ritengo abbia portato al risultato che speravo di ottenere.
In ogni caso mi sono deciso a pubblicarlo in quanto non aggiornavo il blog da diverso tempo e anche perchè sono sempre libero di toglierlo quando mi pare.
So che avevo promesso di non utilizzare questo spazio per parlare di altro se non i miei racconti, ma questa volta voglio fare uno strappo alla regola.
La prima novità degli ultimi mesi riguarda il mio trasferimento a Milano, evento che ha posto un notevole freno a questa mia attività "parallela" in quanto il lavoro in cui sono ancora oggi impegnato mi concede davvero pochissimo tempo per scrivere.
L'altra novità riguarda un sito di recensioni del tutto fuori dal comune che consiglio a tutti voi!!
Questo fantastico blog vi permetterà di allietare/rovinare le vostre serate cinematografiche permettendovi di scoprire i film (e a volte, inaspettatamente, i finali) delle pellicole più disparate che hanno solcato gli schermi negli ultimi due millenni! Il tutto con una rapidità che fa rabbia ai più noti giornali da metropolitana.
Il link è il seguente!!


Buona lettura.





Foto a cura di A. Bardi


Estinzione


Le ginocchia erano sul punto di cedere mentre avanzava tra i suoi simili. Era oramai abituato a calpestare con indifferenza i loro cadaveri sparsi per le strade.
In lontananza scorse la causa di tutto questo, un gruppo di uomini si dirigeva verso di lui a passo lento emettendo strani suoni incomprensibili. Li oltrepassò senza degnarli di uno sguardo mentre i muscoli del suo volto si irrigidivano in una maschera d’odio. Non aveva più la forza di attaccarli... avevano vinto.

Il lungo viale adornato da enormi palazzi oramai in rovina lo condusse ad una chiesa gotica, un tempo era lì che i membri del suo casato si radunavano. La sua ultima speranza era che almeno lì ci fossero ancora delle scorte di cibo.
Percorse la lunga navata in rovina sino al gigantesco altare testimone di antichissimi riti orgiastici in cui il sangue scorreva a fiumi inebriando i suoi sensi. Questa volta non era il corpo di una giovane umana ad adornarne la superficie, bensì quello esangue di un membro anziano del consiglio le cui mani stringevano ancora il paletto con cui si era tolto la vita.

In quel momento capì che non avrebbe trovato di che sfamarsi. Il suo sguardo si soffermò sulle ultime righe riportate nel vecchio tomo che giaceva ai piedi dell’altare: “Il mio tempo è finito. La nostra fonte di vita è oramai irrimediabilmente infetta. La sete che ci aveva resi potenti e immortali ci conduce ora alla morte...”


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